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Zurück Sabart e Barba Brisiu, l’artista delle sculture con motosega
Oltre allo sport, Sabart supporta anche l’arte e può vantare tra i suoi testimonial un vero e proprio artista della motosega: Barba Brisiu.
Negli ultimi 2 anni, infatti, Sabart ha fornito a questo scultore “poco convenzionale” attrezzature e accessori per permettergli di creare opere d’arte lignea di pregevole fattura.
Lo scorso 4 settembre, Barba Brisiu è stato ospite del nostro stand alla Festa del Boscaiolo di Molina di Fiemme. È stata l’occasione, tra una scultura e l’altra, per conoscerlo meglio e intervistarlo.
Chi è Barba Brisiu
Fabrizio Ciarma, questo il suo nome all’anagrafe, vive a Borgo San Dalmazzo, sui monti della provincia di Cuneo, dove è tornato dopo alcuni anni vissuti nell’entroterra ligure. Qui ha fatto della sua passione il suo lavoro: la scultura del legno con lama carving, una lama per motosega dotata di una particolare punta che permette di lavorare nello stretto e di definire meglio i dettagli delle sculture, ulteriormente rifiniti a mano con scalpello e taglierina.
I suoi soggetti sono gli abitanti della montagna, “i custodi del bosco”, reali o immaginari: lupi, orsi, aquile, stambecchi e gnomi che, dopo aver riempito il giardino di casa Ciarma, hanno destato la curiosità di tanti, fino a portare Barba Brisiu in giro per l’Italia e l’Europa per mostrare e realizzare le sue opere d’arte in spettacolari performance, partendo da un tronco vergine per svelare al pubblico l’intero processo creativo della scultura.
Altrettanto curioso il suo nome d’arte, preso dal dialetto piemontese dove Brisiu sta per Fabrizio, il suo nome di battesimo, e Barba significa zio: “Sono lo zio di tanti”, tiene a ricordare.
Com’è nata la passione per la scultura, in particolare con la motosega?
La passione per la scultura c’è da sempre perché per me è un po’
l’evoluzione del gioco di un bambino che ha avuto
da subito voglia di esprimersi in qualche maniera.
Ormai venticinque anni fa mia madre mi ha regalato
una motosega leggera per potare nel bosco di castagni che avevamo: lì
si è spezzata una pianta io mi sono messo con la motosega a
scolpire il primo custode del bosco, uno
gnomo.
All’epoca pensavo di essermi inventato l’acqua
calda, perché c’erano già dei team di boscaioli che facevano qualcosa
di simile, anche se più interessati a dimostrare l’efficacia delle
motoseghe che l’espressione della scultura.
Dopo molti anni, a far riemergere questa passione sono state le figlie di Barba Brisiu
Ho avuto tre bimbe e insieme a loro ho cercato su internet le sculture con motosega, trovando inizialmente molto poco in Italia. Poi, cercando in lingua inglese, sono risalito al chainsaw carving e si è aperto un mondo.
Gli gnomi sono tra i soggetti preferiti, ma quali sono le sculture più grandi e più piccole che hai realizzato?
Quella più grande un tronco alto circa 5 metri dal quale ho tirato fuori uno spirito del bosco chiamato Vospiri, attorno al quale ho scolpito delle fiabe con un bambino circondato dai suoi desideri che prendono forma e compiono un girotondo intorno al Vospiri.
La più piccola è lo scricciolo, un piccolo uccellino: l’ho lavorato un po’ con la motosega e poi rifinito con altri strumenti.
Per l’appunto, quanto è difficile realizzare i piccoli dettagli e che utensili occorrono?
Con la motosega si arriva a scolpire al 95%, ed è quella la sua
caratteristica più bella, nel senso che quello che hai nella
testa e nel cuore lo puoi immediatamente buttare giù, senza bisogno
di un bozzetto o di una preparazione, arrivando quasi ai
minimi particolari. Poi si procede con scalpelli, frese e qualsiasi
altro mezzo, anche con i denti se uno ne ha la volontà.
Ma la
motosega ti dà proprio la possibilità di esprimere veramente quello
che hai in testa e nel cuore: io oso definirmi, più che uno
scultore, un intagliastorie e all’interno di ogni scultura
c’è sempre una storia che io riesco a mettere in tre dimensioni.
Che sensazione si prova a sentirsi chiamare artista pur usando uno strumento così poco convenzionale per l’arte?
Per me l’artista è chi ha necessità di esprimersi e riesce a
farlo, ma nel mio caso essere artista si paragona tanto
all’essere bambino. Faccio sempre un esempio classico:
sei in una platea di un centinaio di persone e si mette a confronto
un adulto e un bambino e gli si chiede di disegnare un lupo.
L’adulto prima comincia a farlo bello, ma teme che tra gli
spettatori ci sia qualcuno che sa disegnare meglio e lo farebbe più
bello; allora prova a farlo buono, ma poi ha paura che tra gli
spettatori ci sia qualche allevatore e pensa di non poterlo fare
buono; allora lo fa cattivo, ma non è convinto dell’indole cattiva,
così dopo mezz’ora il suo foglio rimane bianco. Il bambino, invece,
con la sua leggerezza e la sua voglia di esprimersi, fa subito il
lupo e accontenta tutta la platea: era l’unico lupo che tutti
volevano vedere.
Artista non è un titolo che ti
guadagni sul campo, è uno stato d’essere: l’importante è
rappresentare la verità e mantenere l’entusiasmo di apprendere da chiunque.
Seppur usata “ad arte”, la motosega rimane uno strumento da manovrare con cautela. Per la sicurezza, sia per l’arte che nel lavoro, a quali equipaggiamenti non rinunceresti mai?
Le macchine devono essere sempre a posto con i freni e i
dispositivi di sicurezza. Io lavoro sempre senza ostacoli e con i
piedi per terra, raramente uso dei cestelli, ma trovo indispensabili
i pantaloni antitaglio. Poi le
cuffie, che oltre a proteggere l’udito mi isolano dalle
distrazioni del pubblico e mi consentono un rapporto diretto e una
comunicazione con la pianta che scolpisco.
Quando mi esibisco,
inoltre, so di rappresentare un esempio di
credibilità per tutti quelli che lavorano nel chainsaw
carving: se non indossassi le protezioni e mi facessi male,
screditerei questo tipo di esibizioni apprezzate tanto dai bambini e
ancor di più dagli anziani, quelli che rimangono più impressionati dal
risultato finale.
Per le tue opere ti affidi ai prodotti Oregon: qual è il tuo feeling con questo brand?
Con Oregon ho trovato subito un rapporto diretto perché abbiamo
la fortuna di avere a casa nostra, in Italia, tramite la Sabart, la
possibilità di alzare il telefono e parlare con Paolo Ferri,
il vostro Technical and After Sales Manager: lui ascolta
tutte le mie esigenze e mette a disposizione la sua esperienza
fuori dal comune.
Con altri marchi non riesco a
trovare persone tanto esperte: per me è anche difficile spiegare ciò
di cui ho bisogno, ma lui ha un’infinita conoscenza e capacità pratica
e sa indicarmi anche quale olio
specifico utilizzare secondo le mie
esigenze. Capita molto spesso anche che prendo la macchina
e vado a trovarlo, è la fortuna di essere a sole tre ore di distanza.
Lo stesso vale per Forestal
Sì, sempre tramite Sabart riesco a soddisfare ogni mia esigenza: per me le barre sono fondamentali, devono essere carving e le Forestal hanno un rapporto qualità-prezzo veramente eccezionale. Spero, con il mio lavoro, di riuscire a far capire a chi lavora con le motoseghe che questi marchi sono davvero valevoli per qualità e prezzo, soprattutto per gli artigiani o per chi usa le motoseghe per uso domestico.
Infine, sappiamo che utilizzi la miscela alchilata: quali sono i vantaggi, sia a livello ambientale che lavorativo?
Intanto il profumo mi ricorda sempre i Campionati Mondiali in
Germania, 8 anni fa: è stata quella la prima volta che ho conosciuto
per bene la miscela l’alchilata.
Con la miscela
alchilata Strong 2T Fuel che mi fornisce Sabart mi sono proprio
accorto che, per la respirazione, è un grosso
vantaggio rispetto agli scarichi prodotti dalle altre
miscele. Poi per le macchine: con l’alchilata i filtri
ottengono ben altre performance. Anche se il mezzo rimane
fermo per molto tempo, puoi lasciare la miscela nel serbatoio senza
problemi, una cosa molto importante per chi usa la motosega o il
decespugliatore poche volte all’anno.